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07/09/2023Di solito si associa la luce solare alla bellezza, alla salute , all’attrazione sessuale e di solito si adora il sole ; molti amano i bagni solari, la maggior parte porta sotto il sole un abbigliamento minimo così da esporre gran parte della superficie cutanea alla luce. Inoltre è diffusa l’abitudine di frequentare i centri per l’abbronzatura artificiale nella ricerca di aumentare la propria attrattiva e autostima.
Le conoscenze invece sui possibili danni da luce solare sono scarse e spesso confuse.
Del resto il sole si percepisce come una fonte di piacere e come per altri “piaceri”, ad esempio il fumo e l’alcol, solo dopo molti anni si prende coscienza dei danni, spesso quando questi ormai sono irreversibili.
Lo spettro solare
Lo spettro solare è formato da energia elettromagnetica con lunghezza d’onda che si estende da 200 a 1800 nanometri (nm) ed è formato in percentuale dal 3% di raggi UV, 37% di raggi del visibile e 60% di raggi infrarossi.
Alcune nozioni sulla luce solare
Le lunghezze d’onda più corte che raggiungono la terra sono le radiazioni ultraviolette (UV). Esse si estendono da 200 a 400 nm. Le lunghezze d’onda tra 400 e 760 nm includono tutto lo spettro del visibile. I raggi infrarossi invece hanno una lunghezza d’onda tra 760 e 1800 nm.
I raggi UV si suddividono in UVC (200-290 nm), UVB (290-320 nm), e UVA (320-400 nm). La luce ultravioletta è quella più carica di energia dello spettro solare e pertanto è la più pericolosa per la cute. I raggi UVC, i più energetici e quindi pericolosi, non raggiungono la superficie terrestre perché assorbiti completamente dai gas della stratosfera.
Molti fattori determinano l ‘irradianza, cioè l’intensità di raggi UV che raggiunge la superficie terrestre e quindi la cute. Tra questi si includono l’ora del giorno, la stagione, la latitudine, l’altitudine , le condizioni atmosferiche.
L’ irradianza UVB è di massima intensità tra le 10 e le 14 ora solare cioè 11-15 ora legale.
L’irradianza UVA ha la stessa intensità lungo tutta la giornata. Pertanto la quantità di UVA può essere, in una giornata ,da 10 a 1000 volte maggiore rispetto a quella degli UVB. Tuttavia gli UVA sono meno energetici degli UVB.
I raggi UVB , più energetici, sono definiti anche raggi eritematogeni. Infatti il fenomeno dell’eritema solare è legato quasi esclusivamente ad essi.
L’eritema può svilupparsi anche nei giorni nuvolosi poiché il 70-80% dei raggi UV può penetrare lo strato delle nuvole. In queste condizioni avvengono spesso scottature solari poiché è possibile esporsi per tempi più lunghi dato che la temperatura è minore ( i raggi infrarossi vengono filtrati dalle nuvole).
Ogni 1000 metri di altitudine l’intensità dei raggi UVB aumenta del 14% circa.
La sabbia bianca riflette fino al 25% dei raggi UVB. L’acqua riflette fino al 95% quando il sole è in verticale.
La neve, le superfici bianche e i metalli lucenti riflettono fino al 70% dei raggi UV.
Pertanto anche sotto un ombrellone o all’ombra , in alcune circostanze, si può essere esposti ad una forte irradiazione di raggi riflessi.
La gran parte degli indumenti estivi trasmettono i raggi UV ; per accorgersene basta guardare il sole attraverso l’indumento : se passa la luce, passeranno anche i raggi UV. I colori scuri sono più proteggenti e se il tessuto è bagnato aumenta la penetrazione dei raggi. Una maglietta bianca di cotone asciutta dà una protezione che in termini di fattore di protezione solare è tra 5 e 9.
La radiazione UVA è deleteria per la cute
I raggi UVA, essendo meno energetici e meno eritematogeni rispetto ai raggi UVB, vengono spesso considerati più sicuri.
Inizialmente nei centri per l’abbronzatura artificiale venivano usate solo lampade con emissione UVA, ritenendo questa abbronzatura più sicura rispetto a quella solare. I dati più recenti smentiscono questa teoria.
Infatti la quantità di raggi UVA che raggiunge la terra è da 10 a 1000 volte maggiore di quella degli UVB; inoltre gli UVA possono penetrare profondamente nel derma danneggiando le strutture di questo strato ( fibre di collagene , di elastico, vasi, etc.) mentre gli UVB penetrano solo fino all’epidermide.
Gli UVA contribuiscono ampliamento al fotoinvecchiamento così come alle fotodermatosi e alle risposte di fototossicità o fotosensibilità ai farmaci.
Fenomeno dell’eritema solare e della foto ustione
L’eritema solare o la foto ustione sono da attribuire quasi esclusivamente all’azione dei raggi UVB . Questi raggi hanno una notevole energia e penetrano tutto lo strato epidermico. Nei soggetti di cute chiara già dopo pochi minuti di esposizione alla luce solare intensa si verifica il fenomeno dell’eritema accompagnato da prurito o sensazione puntoria. I raggi UVB penetrano nell’epidermide e danneggiano le strutture dei cheratinociti. Questi liberano sostanze chimiche , citochine, in grado di provocare immediatamente una vasodilatazione , quindi fenomeno dell’eritema, ed eccitare le terminazioni nervose, fenomeno del prurito, nonché di richiamare cellule infiammatorie, principalmente neutrofili. Se l’esposizione è prolungata si verifica la morte del cheratinocita per distruzione della membrana cellulare con liberazione di massicce quantità di fattori chemiotattici e vasoattivi quindi, l’essudazione e la formazione di distacchi bollosi.
L’eritema fotoindotto deve essere considerato quindi come un fenomeno di tossicità acuta a carico principalmente dei cheratinociti.
Reazioni di fotosensibilità
Alcune sostanze chimiche o farmacologiche possono causare reazioni cutanee avverse quando esposte alle radiazioni UV. Le principali reazioni da luce sono la fotoallergia e la fototossicità. Nella tabella 1 sono riportate le principali agenti che inducono fotosensibilità.
Tabella 1 : Esempio di agenti che inducono fotosensibilità
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Fototossicità
La fototossicità e’ una reazione non immunologica provocata da una sostanza chimica che interagisce con l’energia della luce di appropriata lunghezza d’onda.
La più comune reazione di fototossicità è l’accentuazione esagerata di eritema accompagnata da prurito non correlata al tempo di esposizione. Alcune reazioni sono immediate altre possono essere ritardate di ore o di giorni.
Mentre le reazioni fotoallergiche possono interessare tutta la cute, ad esempio l’orticaria solare, le reazioni fototossiche sono confinate nella sede di fotoesposizione.
In alcuni casi queste reazioni persistono per mesi o anni anche dopo la cessazione dell’esposizione alla sostanza chimica o alle radiazioni solari.
Fotoallergia
La fotoallergia è una risposta immunologica che avviene quando una sostanza fotosensibilizzante , detta foto allergene o foto aptene, assorbe l’energia radiante e induce una risposta immune con produzione di anticorpi o formazione di T linfociti sensibilizzati. A successive esposizioni alla luce compare la risposta allergica. La più comune risposta allergica è di tipo eczematosa con eritema, prurito ed essudazione ma vi sono altre forme cliniche come semplice vasodilatazione ed edema.
Meccanismi di carcinogenesi cutanea
La carcinogenesi cutanea avviene con tre distinti meccanismi : l’iniziazione , la promozione e la conversione in tumore. L’iniziazione si sviluppa rapidamente anche dopo la singola esposizione a un carcinogeno come la radiazione UV. L’iniziazione UV danneggia il DNA con la formazione di dimeri di pirimidina i quali possono condurre a cambiamenti simili alle mutazioni genetiche.
Le cellule epidermiche hanno ampia capacità di riparazione; tuttavia le ripetute esposizioni ai raggi UV possono svolgere un ruolo di promotori così come molte sostanze chimiche o farmacologiche.
Il risultato è la formazione di neoplasie “premaligne” come la cheratosi attinica o il papilloma squamoso.
Nel terzo stadio le cellule premaligne sono convertite in cellule maligne ; la conversione può svilupparsi spontaneamente o in seguito all’esposizione a mutageni. Il sistema immunocompetente cutaneo può prevenire il passaggio allo stadio di conversione. Due cellule del sistema immunocompetente sono particolarmente sensibili alla radiazione UV : le cellule di Langerhans e i T linfociti ( T4 e T8 ). Le cellule di Langerhans anche dopo una minima esposizione perdono le loro funzioni di immunosorveglianza e diminuiscono di numero. Nell’esposizione cronica ai raggi UV , i linfociti T suppressor aumentano mentre i T helper diminuiscono, il preciso meccanismo di queste reazioni non è ancora stato chiarito.
Tumori cutanei
I tumori cutanei indotti dall’esposizione alle radiazioni ultraviolette sono le più comuni neoplasie tra la popolazione caucasica.
In Italia ogni anno vengono diagnosticati circa 250.000 tumori cutanei.
E’ universalmente accettato il ruolo carcinogenetico dei raggi UV . Una grave foto ustione in età infantile può aumentare il rischio di tumore cutaneo anche del 50%.
Carcinoma basocellulare
Nei caucasici è il tumore cutaneo più frequente e raggiunge il 76% di tutti i tumori cutanei. L’incidenza del carcinoma basocellulare aumenta parallelamente con l’età del paziente . Questo tumore raramente metastatizzante ha capacità invasive e destruenti. In Italia fino a qualche decennio fa il carcinoma basocellulare era di pertinenza della settima / ottava decade di vita mentre oggi non è infrequente osservarlo nella terza/quarta decade. Si stima che più del 70% della popolazione che raggiunge l’anzianità nei prossimi 20/30 anni svilupperà almeno uno di questi tumori.
Carcinoma squamocellulare
Questo tumore rappresenta il 20% di tutti i tumori cutanei ma è il più frequente negli africani e afro-americani. Il carcinoma squamocellulare si sviluppa in aree fotoesposte in modo rapido e metastatizza in altre parti del corpo. L’area più frequentemente colpita è quella del labbro inferiore (tumore del marinaio), preceduta dalla cosiddetta cheilite attinica. Aumentano tuttavia le osservazioni di carcinoma squamocellulare del volto e, nei soggetti calvi, del capillizio.
Melanoma
Il melanoma è caratterizzato da una crescita anaplastica dei melanociti che possono invadere rapidamente altri tessuti e portare rapidamente a morte il paziente. Negli ultimi 20 anni questo tumore ha raddoppiato la sua incidenza e, in generale, l’aumento d’incidenza è più veloce rispetto agli altri tumori ,fatta eccezione per il tumore polmonare nelle donne e il linfoma correlato all’infezione HIV.
Rappresenta il 5% di tutti i tumori cutanei.
La relazione tra melanoma ed esposizione ai raggi UV è evidente e il rischio di tumore aumenta proporzionalmente all’esposizione ai raggi UV.
Nelle persone che sviluppano melanoma è spesso presente il dato anamnestico di foto ustione infantile , pertanto quest’ultima è considerata uno dei fattori di rischio .
Il rischio di sviluppare un melanoma raddoppia se nell’infanzia il soggetto ha avuto 5 o più ustioni solari.
Fotodermatosi
Le fotodermatosi in molti casi non hanno una precisa eziologia; in generale queste reazioni sono stimolate o aggravate dall’esposizione alla luce di specifica lunghezza d’onda. I raggi UVA sono quelli più implicati. Nella tabella 2 sono riportate alcune patologie cutanee che peggiorano con l’esposizione ai raggi UVA.
Tabella 2: Patologie cutanee che peggiorano con l’esposizione ai raggi UVA
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L’eruzione polimorfa alla luce , nei climi temperati,interessa fino al 10% della popolazione , di solito comincia in giovane età e può proseguire per tutta la vita o si esaurisce spontaneamente. Le donne sono più colpite. Dopo esposizione alla luce le manifestazioni comprendono : eruzioni eczematose, vescicole, placche, papule; ai disturbi cutanei , spesso molto pruriginosi, si può accompagnare mal di testa, nausea, brividi e febbre.
Fotoinvecchiamento
Il fotoinvecchiamento è un complesso di modificazioni biochimiche e istologiche della cute causate dalla continua esposizione alla luce e che determinano un particolare tipo di invecchiamento precoce.
La cute fotoinvecchiata si rende evidente nella maturità o anzianità , ma i danni dei raggi UV sono già presenti nell’età giovanile dato che il 70-80% dei raggi UV vengono assunti entro i 21 anni.
Il fotoinvecchiamento si manifesta come secchezza, desquamazione, indurimento, ingiallimento e approfondimento della tramatura , comparsa di rughe.
La cute fotoinvecchiata appare cronicamente infiammata e irregolare per la presenza di molte lesioni benigne, premaligne o maligne indotte dalla fotoesposizione.
Il fotoinvecchiamento non è però da confondere con il naturale processo di invecchiamento cutaneo, infatti la cute non fotoesposta dell’anziano appare, al contrario di quella fotoinvecchiata, sottile, liscia , morbida.
Il fotoinvecchiamento è proporzionale al tempo di esposizione e soprattutto al fototipo. Per fototipo s’intende una scala di 6 valori che identifica la sensibilità cutanea individuale all’esposizione solare.
Tabella 3: i fototipi cutanei
FOTOTIPO | Esempio etnico | RISPOSTA CLINICA | RISPOSTA PIGMENTARIA |
I | Celtica, Irlandese | Sempre ustionati | Mai abbronzati |
II | Caucasica chiara | Ustione facile | Minima pigmentazione |
III | Caucasica scura | Ustione saltuaria | Pigmentazione graduale |
IV | Ispanici, Asiatici | Ustione rara | Pigmentazione completa |
V | Popolazioni dei tropici | Ustione eccezionale | Pigmentazione intensa |
VI | Africani, Afro-americani | Mai ustionati | Pigmentazione permanente |
Fotodanneggiamento da esposizione ai raggi UV artificiali
Negli ultimi anni si è diffusa anche nella popolazione italiana, soprattutto nella fascia di età giovanile, l’abitudine all’abbronzatura artificiale per lo più a scopo estetico. Il rischio di aumentare i casi di fotodermatosi , foto invecchiamento e tumori cutanei è ben evidente. Tuttavia non vengono date informazioni sufficienti su questi rischi ai frequentatori dei centri per l’abbronzatura artificiale. Inoltre per la gestione delle lampade emittenti raggi UV non occorre conseguire una specifica patente né è previsto un controllo programmato sull’emissione UV delle lampade stesse.
Queste sono inoltre di libero acquisto. E’ evidente che in mancanza di una regolamentazione ad hoc e di una educazione sanitaria alla fotoesposizione artificiale, assistiamo all’aumento dei tumori cutanei fotoindotti probabilmente già nella fascia giovanile. L’abbronzatura artificiale dovrebbe essere vietata al di sotto dei 18 anni e al di sopra dei 60 , alle donne in gravidanza, alle donne che assumono anticoncezionali, ai soggetti che hanno o hanno avuto malattie autoimmuni, ai soggetti in trattamento farmacologico con farmaci fotoattivi.
Raccomandazioni per l’esposizione al sole
Le principali nozioni riguardanti i raggi solari sono quelle riportate in tabella :
- Tabella 5: le principali nozioni riguardanti i raggi solari
- I raggi ultravioletti passano attraverso le nuvole
- La neve o le superfici bianche riflettono più dell’80% dei raggi UV
- I raggi UV aumentano aumentando l’altitudine
- Sotto l’ombrellone si ricevono più del 50% dei raggi UV
- Il 95% dei raggi UV penetra nell’acqua
Le principali raccomandazioni sono quelle riportate in tabella
- Tabella 6: le principali raccomandazioni per il pubblico
- Limitare il tempo di esposizione
- Evitare l’esposizione tra le 11.00 e le 15.00, ora legale
- Quando non vi sono altri mezzi di fotoprotezione , utilizzare i fotoriflettenti minerali naturali
- Gli schermi inorganici sono più sicuri
- L’uso del cappello riduce il rischio di tumore
- L’uso degli occhiali da sole riduce il rischio di cataratta
- L’uso di indumenti previene foto ustioni e fotoinvecchiamento
- I cosmetici e le salviette profumate vanno vietati durante l’esposizione
- Gli acceleratori di abbronzatura possono provocare foto ustioni
- Gli autoabbronzanti e il beta-carotene non proteggono dai raggi UV
- Gli estratti vegetali possono provocare foto ustioni
Una corretta esposizione ai raggi solari non significa esclusivamente una restrizione del tempo da passare all’aperto.
L’esposizione della cute ai raggi solari provoca certamente stimoli benefici fisici, tra cui la sintesi della vitamina D e la liberazione di citochine , e psicologici.
La corretta fotoesposizione prevede di limitare il tempo di esposizione secondo le varianti : fototipo, stagione, latitudine, ora del giorno.
- Il 50% dei raggi UVB arriva sulla terra tra le 11.00 e le 15.00, ora legale, pertanto evitando l’esposizione in questo intervallo si risparmia il 50% del fotodanneggiamento indotto dagli UVB.
- L’uso degli schermi solari è utile quando non vi sono altri mezzi di fotoprotezione . Gli schermi inorganici non espongono il soggetto a rischi di sensibilizzazione o tossicità per assorbimento.
- L’uso del cappello con tesa diminuisce l’irradiazione a livello del capo e del volto e può prevenire i tumori fotoindotti di queste aree, i più frequenti.
- L’uso di occhiali con lenti UV assorbenti riduce sia i danni oculari (cataratta, retinopatia) sia i danni nell’area delle orbite , area estremamente sensibile ai raggi UV.
- L’uso della maglietta durante le gite sotto il sole o durante i bagni diminuisce il fotodanneggiamento a livello delle spalle e del decolletè , anche queste aree ad alto rischio di fotoinvecchiamento e tumori fotoindotti.
- L’uso di cosmetici o di profumi deve essere evitato prima di esporsi al sole poiché possono contenere sostanze fotoattive , cioè che potenziano il danno dei raggi solari.
- Non usare salviette profumate per la detersione del sudore e la pulizia del corpo durante l’esposizione solare.
- Ricordare che gli acceleratori di abbronzatura aumentano il rischio di foto ustione e di fotoinvecchiamento e di tumori cutanei.
- Ricordare che gli autoabbronzanti non proteggono dai raggi UV.
- Ricordare che il beta-carotene ,depositandosi nel derma, non protegge l’epidermide dai raggi UV.
- Ricordare che molti estratti vegetali ( fico, bergamotto, etc) contengono sostanze fotoattive ( cumarine ) e non devono essere applicati sulla cute come abbronzanti fai-da-te per l’alto rischio di foto ustione.
Mezzi di fotoprotezione
La fotoprotezione può essere ottenuta con tre metodi :
- evitare l’esposizione alla luce del sole
- coprirsi con indumenti protettivi
- utilizzare agenti chimici che assorbono i raggi solari
- utilizzare agenti fisici minerali che riflettono i raggi solari
Il primo punto è poco realistico mentre il secondo ed il terzo richiedono una specifica educazione sanitaria .
In generale la fotoprotezione non deve essere considerata un fatto occasionale ma una filosofia di comportamento che deve durare tutta la vita.