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11/08/2023Le Cheratosi Solari sono l’espressione più comune del danno solare sulla cute per tutti i soggetti di cute chiara. Vengono definite più comunemente come Cheratosi Attiniche perché la vera causa della loro comparsa sulla cute è l’esposizione ai raggi Ultravioletti quindi non solo del sole ma anche delle lampade UV.
In Inglese si usa il termine: Actinic Keratosis, da cui la sigla ormai largamente adottata di AK’s o più semplicemente AK.
Si tratta di lesioni singole o multiple di aspetto molto variabile che compaiono sulla cute esposta al sole o alle lampade UV.
Nella forma più comune la Cheratosi Attinica si manifesta come una piccola area di cute sempre arrossata, ruvida al tatto, che continua a produrre squame che si distaccano e si riformano.
Di solito la Cheratosi Attinica è pruriginosa.
La forma a Cheratosi Attiniche multiple è la più comune.
Non è però infrequente osservare una singola Cheratosi Attinica magari di grande dimensione.
Le caratteristiche cliniche sono le stesse: arrossamento permanente e desquamazione continua.
In altri casi le Cheratosi Attiniche sono fittamente disseminate in un’area di cute fotodanneggiata tanto che risulta difficile riconoscere il singolo elemento.
Le Cheratosi Attiniche possono comparire in qualsiasi parte della cute purché danneggiata dal sole o dalle lampade UV, tuttavia le sedi più colpite sono il volto, cuoio capelluto nei soggetti calvi, il dorso mani ed avambraccia, la faccia anteriore delle gambe e la parte alta del tronco.
Il cuoio capelluto viene normalmente protetto dalla presenza dei capelli ma quando il soggetto diventa calvo la cute del capillizio è particolarmente sensibile alle radiazioni solari e/o delle lampade UV.
Si formano delle Cheratosi Attiniche particolarmente squamose e fastidiose, spesso disseminate.
Le Cheratosi Attiniche appaiono al dorso delle mani soprattutto nei soggetti di cute chiara portati anche alle lentiggini solari.
Anche l’avambraccio, nella parte dorsale, è un’area che riceve molta irradiazione solare soprattutto nei lavori all’aperto.
La gamba, soprattutto nelle donne che indossano sottane al ginocchio o sopra e magari sono amanti dell’abbronzatura, diviene sede dove si formano numerose Cheratosi Attiniche.
Anche la parte alta del tronco è soggetta a forte irradiazione UV e anche in questa sede, soprattutto per gli amanti del sole, si possono formare numerose Cheratosi Attiniche associate con gli altri segni del fotodanneggiamento cronico.
I raggi UltraVioletti
I raggi UltraVioletti (UV) non sono visibili dai nostri occhi e non trasportano calore così non siamo in grado di percepire.
Per vedere la radiazione Ultravioletta del sole occorre dotarsi di strumenti particolari.
Questi raggi pur non visibili e percepibili come calore sono dotati di grande energia elettromagnetica.
Questa energia, proveniente dal sole o da una lampada a UV, quando impatta con le cellule della cute produce un danno specifico cioè è in grado di rompere in parte la catena del DNA delle cellule, come rappresentato nel disegno sottostante.
Il DNA in seguito verrà riparato ma è possibile che alcune cellule danneggiate dai raggi UV siano riparate parzialmente e diano origine alla crescita di anomalie come appunto le Cheratosi Attiniche.
L’evoluzione di una Cheratosi Attinica verso l’Epitelioma Spinocellulare è un’evenienza molto probabile almeno nei casi in cui non si interviene per tempo e l’esposizione ai raggi UV continua.
La conclusione è che occorre intervenire sulle Cheratosi Attiniche per diversi motivi:
- Prevenire l’evoluzione in Epitelioma Spinocellulare
- Eliminare i fastidi fisici (prurito, secchezza)
- Eliminare il danno estetico (senso di invecchiamento cutaneo precoce)
- Sensibilizzare alla corretta fotoesposizione
Le opzioni di trattamento
Le opzioni di trattamento delle Cheratosi Attiniche sono:
- Chirurgia radicale
- Chirurgia con Curette
- Distruzione termica (LASER, Diatermocoagulazione, Crioterapia)
- Chemioterapia topica (5-FluoroUracile )
- Immunoterapia topica (Imiquimod )
- Farmacoterapia topica (Diclofenac)
- Terapia tossica locale (Ingenolo mebutato)
- Terapia Fotodinamica (PDT)
La Chirurgia radicale può essere adottate quando vi sia una singola lesione o vi sia una recidiva da altre terapie. La chirurgia lascia un esito cicatriziale e non è indicata pertanto in aree estetiche.
La Chirurgia con curette o curettage è applicabile ma lascia esiti discromici (macchie bianche) permanenti.
La distruzione termica lascia anch’essa esiti discromici e in più è aggravata da frequenti recidive.
La chemioterapia topica con 5-FluoroUracile è poco sicura, lascia esiti discromici e frequenti recidive.
L’immunoterapia topica con Imiquimod da risultati incostanti, causa molta infiammazione è lunga e costosa.
La farmacoterapia topica con Diclofenac dà risultati incostanti e recidive frequenti.
Indicazioni | Controindicazioni | |
Chirurgia radicale | Lesione singola
Recidiva dopo altre terapie |
Esito cicatriziale |
Chirurgia con curette | Lesioni multiple | Esito ipocromico
(bianco) |
Distruzione termica | Lesioni multiple | Esito cicatriziale
Recidiva |
Chemioterapia topica | Lesioni iniziali | Dolore
Recidiva |
Immunoterapia topica | Lesioni iniziali | Dolore
Recidiva Costo |
Farmacoterapia topica | Lesioni iniziali | Recidiva |
T. tossica locale | Lesioni iniziali | Infiammazione |
La Terapia Fotodinamica
La Terapia Fotodinamica è oggi la terapia d’elezione nel trattamento delle varie forme di Cheratosi Attinica.
Tra le varie forme di Terapia Fotodinamica o PDT quella che utilizza l’acido 5 AminoLevulinico o semplicemente ALA e quindi detta ALA-PDT è quella largamente più praticata nel mondo.
ALA-PDT sfrutta il Fenomeno Fotodinamico per cui le cellule cronicamente lesionate dai raggi UV assumono ALA e lo trasformano al loro interno in Protoporfirina IX.
Quando la cute viene esposta alla luce di 630 nanometri (luce rossa) o alla luce del sole la Protoporfirina IX entra in stato di eccitazione liberando energia che a sua volta genera specie instabili dell’Ossigeno dette ROS.
I ROS a loro volta ossidano lipidi e proteine bloccando il metabolismo della cellula. La cellula in seguito muore e sarà sostituita da una sana.
ALA-PDT per le Cheratosi Attiniche: Metodica in breve
- Selezione del soggetto da trattare
- Informazione dettagliate sulla metodica
- Consenso informato
- Preparazione della zona da trattare con Crema Solfosalicilica Crema 2S per eliminare le squame in eccesso con una applicazione alla sera per 10 o più sere
- Applicazione di ALA al 10 % in PEG UNGUENTO nell’area da trattare
- Copertura dell’area con pellicola di polietilene per favorire l’assorbimento
- Ulteriore copertura con garza e cerotto per mantenere in situ la medicazione ed impedire il passaggio della luce
- Attesa di 2 ore per favorire la sintesi di Protoporfirina IX (*)
- Illuminazione con sorgente luminosa a 630 nm per il tempo necessario a somministrare circa 100 J x cm 2 (di solito 10 minuti)
- Medicazione a fine trattamento con PEG UNGUENTO da proseguire nella settimana successiva
- Dopo 30 giorni nuova seduta di ALA-PDT (**)
- Raccomandazioni per una fotoprotezione fisica (cappello,occhiali, maglietta, Argillina Sole)
- Controllo clinico a tempi da stabilire (***)
(*) (**) (***) tempi di esposizione, numero sedute di ALA-PDT e tempistica per i controlli vengono determinate dal Dermatologo a seconda di parametri quali grado di fotodanneggiamento, numero e tipo di Cheratosi Attiniche, sede da trattare, attività del soggetto ecc.
- Dopo la riparazione, per mantenere il risultato, può essere utilizzata una crema Micropeeling Glicocrema Viso o la crema Solfosalicilica senza vaselina Crema 2S e come protezione solare si consiglia l’uso di fotoriflettente minerale Argillina Sole
Di seguito sono riportati, a titolo d’esempio, i risultati ottenuti con PDT in casi di Cheratosi Attiniche:
La prevenzione
Le Cheratosi Solari o Attiniche vanno prevenute con l’educazione all’esposizione solare ma quando sono già insorte e trattate occorre adottare un comportamento particolarmente severo contro l’esposizione al sole. Oltre cappello, occhiali scuri, maglietta occorre cospargere le parti che rimangono esposte al sole con il fotoriflettente solare minerale Argillina Sole. Questo tipo di protezione da maggiori garanzie rispetto alle crema solari. Queste ultime esauriscono la protezione con l’esaurimento dei filtri chimici mentre i riflettenti minerali continuano la loro azione fino a che non vengono lavati e quindi rimossi.
Il concetto fondamentale è che la cute non sia mai o quasi mai esposta ai raggi diretti del sole. Cappello, occhiali ed indumenti danno una protezione solare sicura mentre per le parti che rimangono scoperte occorre proteggerle con il fotoriflettente minerale Argillina Sole.